A partire dal periodo della Prima Guerra Mondiale e negli anni immediatamente successivi la Gran Bretagna fu coinvolta in un progetto di difesa acustica su larga scala che consentisse di prevedere l’arrivo degli aerei nemici tramite dei dispositivi di ascolto. Più che sulla tecnologia elettronica la ricerca si concentrò sullo studio della fisica acustica e delle proprietà riflettenti delle superfici rigide. 

Il progetto degli specchi acustici venne sviluppato dal Maggiore William Sansome Tucker a partire dalla seconda decade dello scorso secolo: si tratta di strutture in cemento a forma di parabola rivolte verso il mare con diametro compreso tra i 15 e i 30 piedi, all’interno delle quali era posto un microfono.

Due furono le tipologie di specchio sviluppate: la prima è caratterizzata da una sezione parabolica e concentra tutte le onde sonore in un unico punto, la seconda ha una sezione sferica meno profonda rispetto alla precedente e riflette le onde sonore in un’area situata in prossimità del centro della parabola. In entrambi i casi sia il raggio di curvatura della sezione che le dimensioni dello specchio stesso erano definite dalla frequenza del suono emesso dal motore del velivolo.

Quando le onde sonore raggiungevano la sfera concava al centro della struttura in cemento, i microfoni posti di fronte ad essa le trasmettevano alle cuffie di un operatore posizionato in prossimità della struttura che aveva il compito di lanciare l’allarme. Questi dispositivi erano in grado di captare il rumore degli aerei fino a 25 miglia di distanza, concedendo all’artiglieria inglese circa 15 minuti per prepararsi all’imminente attacco.

I primi specchi acustici vennero realizzati verso la fine della Prima Guerra Mondiale nel Kent: a Joss Gap ne venne innalzato uno orientabile avente diametro di 15 piedi; a Dover uno delle stesse dimensioni fu scavato direttamente nelle scogliere di gesso e anticipò la costruzione di un’altro specchio più grande, che venne costruito a pochi metri di distanza negli anni ’20. Successivamente i lavori si concentrarono a Hythe, ad Abbots Cliff ed infine a Denge, presso quello che sarebbe poi diventato il quartier generale per l’Istituto Sperimentale della Difesa Aerea.

Qui, nelle terre paludose che si estendono fino al mare, fu costruito e testato un assortimento di tre specchi in calcestruzzo auto-portante: inizialmente una versione da 20 piedi e una da 30. Nel 1929 fu eretto un terzo specchio, per la prima volta a forma di arco, lungo 200 piedi, alto 26, avente un doppio raggio di curvatura, verticale e orizzontale, studiata per permettere una maggiore amplificazione. I primi anni ‘30 segnarono il culmine della ricerca acustica militare.

Dopo il completamento di altri sei specchi tra il Northern e lo Yorkshire, venne redatta una proposta per la realizzazione di un ulteriore sistema di ascolto composto da specchi posti ogni 16 miglia che si sarebbe dovuto estendere dall’Anglia Orientale fino al Dorset. Il piano non fu tuttavia mai realizzato: nel 1936 un aeroplano che volava lungo la costa del Norfolk venne intercettato grazie ad un radiogoniometro ad una distanza di gran lunga superiore rispetto a quelle raggiunte fino ad allora: questo evento sancì definitivamente il destino degli specchi acustici preannunciando la nascita del radar.

Questi ultimi tredici specchi acustici costituiscono una rara testimonianza di un uso sapiente della fisica acustica unito ad un incredibile padronanza dei materiali. Il loro evidente stato di abbandono, non solo fisico ma anche della memoria, fa riflettere sull’obsolescenza di una tecnologia basata sulla fruizione diretta della realtà, in una società in cui paradossalmente la rappresentazione sembra aver sostituito la realtà stessa.

Fonte: http://www.nationalgeographic.it